"La mattina andammo a fare riscaldamento al San Paolo. Carlos Tevez mi parlava di questo stadio, ma io che ho giocato nel Barca mi dicevo 'Che sarà mai'. Eppure, quando misi piede su quel campo sentii qualcosa di magico, di diverso. La sera, quando ci fu l'inno della Champions, vedendo 80.000 persone fischiarci mi resi conto in che guaio ci eravamo messi. Qualche partita importante nella mia carriera l'ho giocata, ma quando sentt quell'urlo, fu la prima volta che mi tremarono le gambe. Fu lì che mi resi conto che questa non è solo una squadra per loro, è un amore viscerale, come quello che c'è tra una madre e un figlio. Fu l'unica volta che, dopo aver perso, rimasi in campo a godermi lo spettacolo. "