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Dal Canale Youtube | 31 agosto 2024:

E' ASCIUT PAZZO O'PADRONE! | La campagna acquisti della SSC Napoli 2024/2025.

La campagna acquisti del Napoli per la stagione 2024/25 è stata, obbiettivamente, clamorosa.
La scelta di Antonio Conte come allenatore, manager e decisore si è rivelata finalmente azzeccata.
La squadra spenta della scorsa stagione, arrivata decima senza forze e senza volontà, può finalmente essere pesantemente rinnovata con l’ingresso di forze fresche e, soprattutto e probabilmente per la prima volta, di calciatori scelti in prima persona dal tecnico che ha chiesto, per non dire preteso, quelli che lui aveva indicato ad Aurelio De Laurentiis.
Innanzitutto il più promettente dei giovani difensori in orbita nazionale italiana, Alessandro Buongiorno, proveniente dal Torino, per rinnovare i fasti che furono con Kim Min-jae.
Poi il giovane centrale di difesa dell’under 21 spagnola, Rafael Marin, scuola real Madrid, da forgiare sotto le indicazioni di mister Conte.
A parametro zero il trentenne Leonardo Spinazzola, calciatore troppo presto bloccato nella sua esplosione tecnico tattica dal grave infortunio ai legamenti subito durante Euro 2021. Dopo 3 anni perfettamente guarito, se non sarà titolare potrà comunque offrire un grosso contributo.
Dal benfica il 27enne David neres, brasiliano di grandi speranze che a Napoli cercherà di riscattarsi dopo alcune stagioni non brillantissime in portogallo, dopo una grande esplosione all’Ajax. Finalmente Romelu Lukaku, il bomber da 1.91 metri e 100 kg, tutto muscoli e forza, pronto a ritornare il bomberone che Conte ebbe ai tempi dello scudetto con l’Inter.
A centrocampo il brillante e rimpianto dai tifosi del MU, Scott McTominay, anche esso alto e prestante, per ridare forza e brillantezza al centrocampo azzurro, obbiettivamente in affanno dopo la stagione scorsa.
Infine il giovane Billy Gilmour, scuola Chelsea, proveniente dal Brighton dei miracoli di Roberto De Zerbi: qualità e geometrie per sostituire/affiancare Stanislav Lobotka.
Certo un mercato da voti alti, non da 10 semplicemente perché sebbene completo numericamente, non pienamente completo nella qualità di tutti gli interpreti: con Di Lorenzo braccetto destro nella difesa a tre, non viene sostituito Mazzocchi esterno del centrocampo a 4 e continua a restare in rosa, come ultimo centrale di riserva l’ormai stagionato e ormai svogliato Juan Jesus.
Si resta con Zerbin possibile sostituto esterno di fascia sia a destra che a sinistra, con Mario Rui fuori dal progetto e nessuna soluzione di mercato per Ngonge.
Il fatto clamoroso però è che alla mezzanotte del 30 agosto, termine del mercato delle principali leghe europee, Osimhen non è stato ancora ceduto. Per l’umorale e bizzoso nigeriano solo la soluzione araba da assecondare prima che sia troppo tardi. Al momento Victor resta al Napoli, vedremo poi con quali intenzioni e che scelte verranno fatte dallo staff tecnico.

Dal Canale Youtube | 7 luglio 2024:

Achille Lauro, o' Comandante | Breve retrospettiva sulla sua presidenza del Napoli negli anni 50.

“un grande Napoli, per una grande Napoli”, questo era lo slogan propagandistico del Comandante Achille Lauro in occasione della campagna elettorale per l’elezione a sindaco di Napoli nell’estate 1952.

Tanti i campioni che si sono vestiti di azzurro, da Faustinho Canè a Nereo Rocco, Vinicio, Pesaola e Bugatti, cedendo alle lusinghe del vulcanico presidente Lauro che, dopo essere stato presidente della squadra azzurra dal 1936 al 1940, aveva ripreso le redini del club tra il 1952 ed il 1954.

In effetti Lauro fu il primo imprenditore, poi politico, che comprendendo i meccanismi della captatio benevolentiae, seppe sfruttare il ruolo di presidente del sodalizio azzurro per fare leva sulla tifoseria ed ottenere quel consenso necessario a farlo eleggere sindaco.

Ma il vero colpo dell’estate 1952 fu Hasse Jeppson. L’attaccante svedese, che con l’Atalanta e ai mondiali del 1950 si era fatto notare come interessantissimo giovane prospetto, fu acquistato per la cifra, all’epoca clamorosa, di 105 milioni di lire, di cui 75 all’Atalanta e 30 direttamente al calciatore.

Una spesa folle per quell’epoca, tanto che un giornale lombardo titolò “La Borsa di Milano si trasferisce al Vomero”, e che valse al fuoriclasse svedese il soprannome di “Banco ’e Napule”, tanto che quando il calciatore cadeva a terra in un contrasto di gioco, dagli spalti dello stadio del Vomero si gridava: “è caruto o banco ‘e Napule”.

All’inizio della stagione 1952-53, quella che andava ad iniziare con Lauro presidente e neo sindaco, entrato in carica il 9 luglio 1952, il Napoli affronta in amichevole gli svedesi del Idrotts Goteborg, pochi giorni prima dell’inizio del campionato. La squadra svedese era molto diversa da quella che, negli anni 80, meglio conosciuta con il nome di IFK Goteborg, vincerà ben due edizioni della coppa Uefa. Nell’amichevole precampionato del settembre 1952 il Napoli vincerà per ben 9-0, mettendo in mostra i neo acquisti Jeppson e le ali Vitali e Pesaola, punte di diamante di una squadra costruita per cercare di vincere il campionato di serie A.

Personaggio quasi cinematografico, dagli atteggiamenti eclatanti, Lauro conosceva bene i modi e i tempi per sfruttare la sua figura di Presidente del Napoli Calcio come traino per acquistare visibilità e consensi in campo elettorale. In periodo di elezioni era solito frequentare con assiduità il campo di allenamento della squadra per farsi vedere a bordocampo. Prima dell’inizio delle partite usava fare il giro del campo sventolando un fazzoletto bianco che poi annodava sul capo per proteggersi dal sole, fra l’acclamazione della folla.

Possiamo dire, senza tema di smentita, che gli atteggiamenti di Lauro siano stati di ispirazione per tanti altri imprenditori e uomini politici che, in Italia o all’estero, abbiano cavalcato il ruolo di presidenti e proprietari di squadre di calcio per fare leva sui tifosi a sostegno del loro ruolo politico/imprenditoriale. Silvio berlusconi, in Italia, ne è stato l’esempio più lampante. Quando Lauro comprò Pesaola, durante l’incontro al Municipio per la presentazione uffi ciale, si lasciò andare a uno dei suoi gesti più tipici per dimostrare affetto: “lo schiaffetto dietro la testa”. Pesaola, appena giunto a Napoli proveniente dal Novara, non del tutto consapevole dei modi gentilmente burberi del suo nuovo presidente, non prese benissimo lo scappellotto, e pare che molte delle persone presenti dovessero calmare le sue ire e spiegargli della benevolenza del gesto di Lauro.

Quando invece, Il comandante comprò Luis Vinicio dal presidente della Lazio Mario Vaselli, costruttore romano, gli affidò, in cambio, i lavori stradali di Piazza Municipio. “Un vero intrallazzatore”, insomma. Del resto solo un vero intrallazzatore poteva richiedere Sivori ad Agnelli nel 1965 e, per convincerlo, pagare 90 milioni alla Juventus commissionando alla Fiat i motori per le navi della sua sterminata flotta. Questa, insomma, la sintesi della presidenza Lauro che non ebbe mai il piacere di vincere alcun titolo durante la presidenza in prima persona ma che ebbe comunque la soddisfazione, come socio di maggioranza, di partecipare alla premiazione del Napoli, vincitore della coppa Italia, nell’estate del 1962, prima squadra di serie B a fregiarsi del titolo.

Dal Canale Youtube | 24 giugno 2024:

SSC Napoli 1987/88 | I ribelli di maggio. | Come perdere uno scudetto già vinto...

La stagione 1987/88 inizia ancor prima che finisca quella del primo scudetto e prima che venga vinta la terza coppa Italia.

Ferlaino organizza un'amichevole con il Sao Paulo dal quale acquista Antonio Careca in prospettiva di una stagione ricca di impegni.

Il Real Madrid aspetta il Napoli per l'esordio assoluto in coppa dei campioni.

In Campionato il Napoli sembra non avere avversari, ma le cose non andranno come tutti eravamo convinti sarebbero andate, almeno fino alla 25° giornata, dopo avere regolato l'Inter.

Il giocattolo si rompe all'improvviso, ma in realtà i primi segni di squilibrio e rottura erano già apparsi prima.

Dal Canale Youtube | 2 giugno 2024:

Bruno "Il Petisso" Pesaola: l'ultimo miracolo | Retrospettiva sulla stagione del Napoli 1982/83.

Siamo nell’estate del 1979, in Giappone, e si stanno giocando i mondiali di calcio under 19 che l’Argentina vincerà battendo in finale l’URSS.

Accanto a Diego, non solo come compagno di squadra, ma come vero e proprio rivale, splende anche la stella di Ramon Diaz, che dopo aver partecipato assieme a Diego ai mondiali in Spagna del 1982, si trasferirà a Napoli, mentre D10S andrà a Barcellona.

Dopo le due belle stagioni dal 1980 al 1982, con l’olandese Krol e lo scudetto sfiorato nel 1981, con la possibilità di ingaggiare un secondo straniero Ferlaino coglie l’occasione di ingaggiare Ramon Diaz che, come detto, si era messo in particolare evidenza con la nazionale albiceleste. Diaz, proveniente dal River Plate, squadra rivale del Boca Junior di Maradona, è considerato uno dei colpi di mercato dell’estate 1982, quella del trionfo del calcio italiano, della vittoria del Mundial di Espana.

Ferlaino rinuncia a Rino Marchesi, trasferitosi all’Inter e investe sul giovane Massimo Giacomini che si era messo in evidenza con Udinese e Milan.

La stagione 1982 83 si presenta come impegnativa, col Napoli che dovrà disputare il campionato di serie A, la coppa Uefa e la coppa Italia. Tra gli acquisti estivi si evidenzia l’arrivo dell’ottimo centrocampista Paolo Dal Fiume dal Perugia, il rientro di Celestini dal Catanzaro, il rientro di Capone dalla Pistoiese e, come detto l’arrivo di Ramon Diaz.

La squadra, dopo le due belle stagioni precedenti sembra, se possibile, ancora più competitiva, sebbene non al livello della Juve che ha ingaggiato Boniek e Platini e gode della intelaiatura dell’Italia campione del mondo e della Roma con Falcao e l’ex interista Prohaska. Tutto sommato, però, si punta quanto meno ad emulare le due stagioni trascorse, cercando di fare belle cose in coppa uefa. La coppa Italia, con il suo girone agostano, mette subito in evidenza un buon Napoli che, superando salernitana, perugia, avellino, lazio ed atalanta, si qualifica senza troppa fatica per gli ottavi di finale. Il puntero triste, Ramon Diaz, si mette in particolare luce con una doppietta alla Lazio nella vittoria per 2-1 al Flaminio di Roma il 1 settembre 1982. Insomma tutto sembra procedere bene e nulla fa presagire quella che, invece, si rivelerà essere una stagione disastrosa.

Ma vediamo il contesto in cui maturano gli eventi. Innanzitutto la scelta dell’allenatore: Marchesi rappresentava la sicurezza di un’esperienza ottima e la conoscenza della squadra che aveva fatto tanto bene nei due anni precedenti, Giacomini, viceversa, allenatore emergente, rappresenterà un azzardo di cui, ben presto, Corrado Ferlaino si dovrà pentire. In società, inoltre, l’allontanamento di Antonio Juliano che aveva portato all’ingaggio di Krol, sembra privare della giusta competenza l’organigramma dirigenziale.

Ma tra i problemi che affliggono la ssc napoli, probabilmente il più importante è quello che riguarda il conflitto tra Corrado ferlaino e la criminalità organizzata. In una intervista del 2022, Roberto Saviano raccoglie le dichiarazioni di Giuseppe Misso, boss camorrista della Sanità che racconta delle bombe piazzate davanti alla residenza di Ferlaino. La lettura di quegli eventi però è molto più semplice e scontata di quanto dica il Misso e ruota intorno alle attività criminali che si svolgevano nella zona dello stadio san Paolo, dalla vendita di gadget e magliette false ai parcheggiatori abusivi, in tutto quel sottobosco di criminalità che vedeva taglieggiata la SSC Napoli.

Il 10 ottobre 1982, la sconfitta interna contro la Roma scatena la violenza cieca del pubblico del San Paolo, a pochi minuti dalla fine dell’incontro, i tifosi facinorosi iniziano a scardinare le sedute in travertino degli anelli inferiori, così come era già accaduto nel 1970 durante la partita tra Napoli e Swindon Town, lanciando in campo e sulla pista di atletica le pietre ottenute dalla rottura del marmo: una vera e propria contestazione ed un assalto al Napoli, ai calciatori, a Ferlaino. Si comprende quindi che il clima è tesissimo e ovviamente questo non fa che ripercuotersi sulla squadra e sul clima dello spogliatoio.

L’esonero di Giacomini e l’ingaggio del nuovo allenatore avvengono, come prassi calcistica vuole, approfittando della sosta per la partita della nazionale che affronta il 4 dicembre 1982 la Romania a Firenze. La SSC Napoli affida la direzione tecnica al Petisso Bruno Pesaola, coadiuvato sul campo dall'allenatore Gennaro Rambone, e contestualmente avviene anche l'avvicendamento ai vertici della società di Marino Brancaccio, in sostituzione del dimissionario Corrado Ferlaino, pressato dalla contestazione e dai citati fatti di camorra.

Bruno Pesaola resterà vicino al mondo del calcio, sia come commentatore che come ospite in vari programmi televisivi. La città di Napoli lo vedrà suo concittadino fino al 29 maggio del 2015, data della sua morte, all’età di 89 anni.

Dal Canale Youtube | 22 maggio 2024:

Ti ricordi di Sivori & Altafini? | Retrospettiva sul Napoli di Roberto Fiore nella stagione 1965/66.

Alcuni tifosi del Napoli, spesso giovani o con scarsa memoria, ritengono che il Napoli sia nato nel 2004, altri invece pensano che l’epopea azzurra nasca solo con l’approdo di Diego Maradona sulle rive di Partenope.
La storia però ci racconta fatti diversi e ci consente di ricordare altri momenti di grande esaltazione sportiva e popolare, legati agli anni 60 e ad un presidente che non è Aurelio De Laurentiis ma nemmeno Corrado Ferlaino.
Sto parlando di Roberto Fiore che fu presidente del Napoli tra il 1964 e il 1967. Ma cominciamo dall’inizio. Siamo nel 1964 e la vecchia Associazione Calcio Napoli, oberata di debiti, viene rilevata e sostituita dalla Società Sportiva Calcio Napoli con Roberto Fiore presidente effettivo e Achille Lauro presidente onorario con il 40% delle azioni. Il processo di trasformazione societaria si traduce di fatto in una sorta di mutamento di denominazione.
Con il ritorno di Bruno Pesaola, dopo la vittoria della coppa Italia del 1962, la neonata SSC Napoli dopo aver disputato un ottimo campionato di serie B, riesce a tornare in serie A.
Ed è a questo punto che l’armatore Lauro, socio al 40% della SSC Napoli, anche e soprattutto per motivi elettorali, decide di fare degli inaspettati colpi di teatro e ingaggia Omar Sivori dalla Juventus e Josè Altafini dal Milan. Si tratta di due autentici boom di mercato, ottenuti sfruttando anche delle circostanze favorevoli: da un lato le pessime relazioni tra Omar Sivori e l’allenatore juventino Heriberto Herrera, dall’altro la voglia di Josè Altafini di cambiare aria dopo tanti anni al Milan, dove squadra e ambiente lo avevano pesantemente contestato a seguito della sconfitta in campionato a favore dell’Inter.
I due fuoriclasse, una sorta di Maradona/Careca ante litteram, 20 anni prima, faranno la fortuna del Napoli e proietteranno la squadra azzurra nell’olimpo del calcio italiano di quegli anni. E allora andiamo a rivivere la stagione in serie A 1965/66, col Napoli che contenderà lo scudetto all’Inter fino a poche giornate dalla fine, 20 anni prima di Diego e 40 prima di Aurelio.

Dal Canale Youtube | 7 febbraio 2024:

Conferenza stampa di Aurelio De Laurentiis | 7 febbraio 2024 | le mie modeste considerazioni.

Esprimo, molto modestamente, il mio pensiero su quanto ascoltato oggi 7 febbraio 2024, nella conferenza stampa di Aurelio De Laurentiis.
Si tratta sostanzialmente del solito monologo di ADL, che parte da lontano, da un anno fa, accusando Spalletti per il calo di marzo/aprile che non avrebbe consentito al Napoli di andare quanto meno in finale di Champions.
Dispiaciuto del fatto che l’opzione unilaterale verso Spalletti, così come a suo tempo quella verso Benitez, non sia riuscito ad attuarle.
Insomma un uomo sempre convinto che tutto si basi sullo stretto rispetto del diritto e dei contratti, come se le persone non esistessero e non avessero la possibilità di opporsi, rinegoziare o semplicemente rifiutare.
Immaginiamo se ognuno di noi nel proprio lavoro e nella propria realtà, vivesse la vita come ADL vorrebbe si attuassero contratti e opzioni: ci sarebbero colleghi licenziati ogni giorno, oppure ladri e malfattori arrestati e condannati di continuo, a differenza di quanto avviene in realtà, dove la mediazione, l’ammorbidimento e tutto quanto ne consegue, a volte in maniera effettivamente eccessiva, fanno si che molto difficilmente quanto statuito da leggi, contratti e patti tra persone si realizzi poi in pratica.
Le persone fanno quello che a loro è più comodo e conveniente, lo vediamo tutti, nel vivere il nostro quotidiano, perché dovremmo meravigliarci delle scelte di Spalletti o Giuntoli, mentre dovremmo invece proiettarci al futuro, facendo i giusti investimenti e le giuste scelte in tempo utile.
Insiste poi sempre nel paragonare il mondo del Cinema con il mondo del calcio, quando ormai tutti hanno compreso, pur senza essere tecnici della materia, che i due mondi sono completamente diversi, tanto che una squadra di calcio la portano avanti dirigenti e allenatori e non produttori e registi. Dopo 20 anni Aurelio teorizza di stadi e centri sportivi ma, appunto, sono 20 anni e non si è visto ancora nulla, neanche la posa della prima pietra. Sulla base dell’esperienza del “non fare” vista fino ad oggi, come possiamo credere ad una improvvisa voglia di fare e di costruire?
Le considerazioni sul modo di essere di Lega Calcio e FIGC sono condivisibili, ma a nulla serve portare avanti una posizione legittima che ai più può sembrare giusta, se poi non si stringono alleanze con altre società convinte di portare avanti le stesse posizioni. In questo senso Aurelio continua ad essere isolato. Perché mai le tante idee che Aurelio dice di avere non vengono formalizzate, così da fare apparire le tante contraddizioni che lui cerca di fare emergere? Cui prodest direbbero i latini e dico io, scimmiottando il suo collega presidente Lotito.
Conclusione: Aurelio vive in un mondo tutto suo, un mondo a parte, dove pensa di essere più furbo e più scaltro, salvo scontrarsi con la realtà, che è quasi sempre diversa da quanto lui pensa. Che sia giusto o sbagliato non sta a me stabilirlo, basta ascoltare la piazza, il sentire comune, che condanna senza se e senza ma il modus operandi del presidente del Napoli. Lui va per la sua strada, il mondo del calcio va in direzione diversa.
Riuscirà a comprendere tutto questo o continuerà su una strada che non porta da nessuna parte, finendo per penalizzare se stesso, Il Napoli e di conseguenza noi tifosi, un po' come quel marito che per fare dispetto alla moglie decide di tagliarsi il pisello. Ad oggi il Napoli non solo non parteciperà al mondiale per club del 2025 ma neanche alla champions del 2024, manifestazioni entrambe molto danarose.
Non parteciparvi in conseguenza di mancati piazzamenti e vittorie, dipende solo dalla ostinazione e dalla mancanza di volontà nel fare i giusti investimenti, in calciatori, allenatori, dirigenti, strutture e quanto altro.
E’ molto faticoso lo so, lungi da me volermi sostituire al presidente del Napoli, peraltro non ne sarei capace, ma si capisce anche dalle continue esternazioni di Aurelio che c’è fatica e difficoltà a portare avanti le cose e allora la domanda è legittima: ma dopo 20 anni non è che forse è arrivato il momento di passare la mano, posto che le richieste di vendere il Napoli, a suo dire, ci sono, ci sono state e probabilmente ci saranno in futuro?
Oggi sentiamo dire che tra un anno e mezzo si dovrà lasciare castelvolturno, un anno e mezzo è il tempo che ci ha comunicato Aurelio, che entro 120 giorni il sindaco Manfredi dovrà decidere se affidare il Maradona al Napoli, a quali condizioni non si sa, altrimenti ADL sarà costretto a costruire uno stadio ad Afragola, sperando di sfruttare il collegamento con la stazione ferroviaria ad alta velocità. Aurelio, le chiacchiere stanno a zero, ora aspettiamo i fatti!

Dal Canale Youtube | 13 dicembre 2023:

Antonio Juliano | 01.01.1943 - 13.12.2023 | Riposa in pace capitano! | 38 goals con il Napoli.

Antonio Juliano, 505 presenze con il Napoli, dalla stagione 1961/62 alla 1977/78. 38 reti, la prima il 25 maggio 1964 contro la Pro Patria, l'ultima il 2 aprile 1978 contro la Lazio.

Esclusivo | 20 ottobre 2023:

Antonio Fontana & Guido Prestisimone commentano i gol del Napoli a Stoccarda il 17 maggio 1989, giorno della vittoria della prima e unica coppa Uefa azzurra.

 

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